domenica 20 giugno 2010

il mio breve olandeggiare (traduzione ritardataria)

Penso che a volte valga la pena di fare qualcosa di quasi totalmente irrazionale, anche rischiando un po’, quindi non mi pento di questa piccola vacanza nei Paesi Bassi, sebbene forse non fosse la cosa più sensata da fare in questo momento, sebbene il maltempo abbia ostacolato la mia visita fin dall’inizio, e sebbene io ora mi senta distrutta, dolorante e un po’di malumore a causa del catastrofico viaggio di ritorno e per la mia imminente nuova partenza…
Ma andiamo per ordine.
Il viaggio di andata è passato senza problemi; il volo è stato tranquillo, ho conversato un po’ in slovacco con una signora polacca, mia vicina di posto, con successo ho raggiunto Bruxelles, ho passeggiato un po’ nei dintorni della stazione, anche se si è messo subito a diluviare e il mio giretto si è fatto un po’disagevole, mi sono divertita grazie allo spettacolo di una bimba belga molto chiacchierina, che viaggiava verso i Paesi Bassi nel mio stesso vagone, e infine sono arrivata a Rotterdam, la prima tappa del mio viaggio.

Mi sono indirizzata direttamente all’Ufficio Centrale dell’UEA, molto curiosa di vederlo, ma devo confessare di esserne rimasta un po’ delusa. Infatti mi aspettavo un luogo un po’più grande e vivo, magari con una grande insegna o una bandiera sulla porta, invece l’entrata era quasi invisibile dalla strada e sembrava del tutto quella di un’abitazione privata, così da rendere quasi timorosi nel suonare il campanello. Comunque il responsabile della libreria è venuto ad accogliermi e subito dopo ha chiamato Alex, il volontario della Tejo, che mi ha mostrato i locali dell’Ufficio, mi ha presentato alcuni dei suoi lavoratori, e mi ha dato delle mappe e utili indicazioni per visitare la città. Ovviamente, appena uscita dall’Ufficio, sono stata colta da un altro diluvio, quindi mi sono decisa a dirigermi più in fretta a casa del mio ospite Tom. Durante la sua ricerca, ho scoperto che a Rotterdam non si può guardare una mappa, senza che qualcuno non si fermi ed offra il suo aiuto non richiesto. Un caso particolare è stato l’incontro con una signora che, con il pretesto di aiutarmi, ha chiacchierato per mezz’ora, raccontandomi tutta la sua vita. Molto interessante.
Tom, il ragazzo che mi ospitava, è un giovane canadese che da tre anni vive a Rotterdam, dove lavora come progettatore urbano. L’ho trovato sul sito www.couchsurfing.com : era la prima volta che usavo questo servizio di ospitalità ed ero un po’dubbiosa… Tuttavia, dal mucchio di commenti positivi sul suo profilo, lui mi è sembrato un tipo fidato, inoltre ha risposto in modo entusiasta alla mia richiesta, addirittura invitandomi a partecipare con lui e dei suoi amici ad un festival jazz in Dorendoorf…cosa avrei potuto chiedere di più?!
Infatti Tom si è dimostrato essere un ospite molto gentile e davvero una bella persona, che vale la pena di conoscere. La sera l’ho passata quindi con lui ed un suo amico, un’olandese fuori di testa che, sotto l’effetto di un po’ troppo alcol, mi ha tempestato per tutto il tempo di domande, molte a sfondo sessuale, mentre Tom continuava a scusarsi per la sua indecenza. Comunque non sono mancati discorsi intelligenti e brillanti, che hanno reso la serata un mix di risate e di costruttivi scambi di opinioni.
A casa di Tom non ho perso l’occasione di fare un po’di propaganda della lingua internazionale, distribuendo volantini e parlando molto delle ragioni del mio viaggio, dei miei studi e della mia vita esperantista.
Il mattino seguente ho approfittato della momentanea assenza di pioggia per visitare la città, poi sono tornata all’Ufficio Centrale per cercare alcuni libri in libreria e sfogliarne altri nella biblioteca. Il pomeriggio ho cominciato ad essere un po’annoiata, quindi abbastanza presto mi sono mossa verso Utrecht.
Ad Utrecht abita il mio amico Rogier. Egli è una delle persone più interessanti che io abbia incontrato ultimamente e, quando (non so se sul serio, ma che importa?) mi ha invitata nei Paesi Bassi, ho subito pensato che poteva valere la pena di fargli visita. E certamente non mi sbagliavo. Sebbene egli abbia attentato alla mia vita affittando per me una bicicletta (tra l’altro troppo alta per la mia italica statura), e per questo il mio lato B ancora duole terribilmente, è stato piacevole “olandeggiare” con lui e staccare dalla routine quotidiana per sperimentare un altro modo di vivere. Sono rimasta particolarmente colpita dall’atmosfera del suo campus universitario e dal "luogo segreto dove si può pranzare gratis". :) Mi dispiace solo un po'che certe volte, quando sono all'estero, mi sembra di venire da un paese incivile...(non si può negare che in Italia la gente porterebbe via pure i piatti dalle mense!). Comunque, questa è solo una delle molte sensazioni, alcune quasi inesprimibili, che mi restano dopo questo viaggio. Forse il lungo e sfortunato ritorno mi ha lasciato troppo tempo per rimuginare, e i pensieri si sono un po' confusi. E adesso le persone mi fanno molte domande a cui non ho una risposta, ma questo è poco importante.

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